La gara argentina della MotoGP ha ribadito una verità limpida come l’acqua di fonte: nelle moto come nel sesso la costanza e l’esperienza vincono sempre. E Valentino Rossi, da perfetta MILF del Motomondiale ce lo ha dimostrato per l’ennesima volta, pennellando una gara tanto intelligente quanto efficace.
Valentino Rossi 10 – Fa una scelta azzardata, monta la gomma super dura e per la prima parte di gara si siede sul bordo del fiume ad aspettare. Poi raccoglie i frutti e centra la seconda vittoria in tre gare… I suoi 20 anni di Motomondiale ad alti livelli ce li ha condensati in questi venti e passa giri argentini, si vince anche così e poi oh, per fortuna che Rossi alla fin fine resta sempre lui: come i bulli di periferia alle giostre, quando c’è da menare le mani, lui c’è. E nonostante i 36 anni, il vecchietto si difende sempre molto bene e, a differenza di altri “contatti storici” (leggi Gibernau), stavolta la colpa è tutta del suo rivale. Ah, sul podio, con la maglia di Maradona, innaffia in maniera certosina e capillare una delle due ombrelline a corredo. Dio grazie siamo in Argentina e parliamo di moto. Vero, Hamilton?
Andrea Dovizioso 8 – Guida da ragioniere, consapevole che la vittoria non era alla sua portata. Non strafà, trova in Rossi il treno giusto per liberarsi dagli altri e, complice la caduta di Marquez, centra un secondo posto che a novembre, a fine campionato, peserà parecchio. Del resto, per rimanere in “metafora giostra di paese”, se sai che la più bella sta con il bullo appassionato di pesi e bilancieri, devi avere l’accortezza di non perdere tempo e puntare a tutte le amiche meno appariscenti. Tanto, come dice il saggio di periferia: la quantità alle volte è meglio della qualità.
Marquez 5 – La sua strategia è chiara: “Metto la gomma Brooklin, tiro come un dannato e poi spero che dietro si deprimano abbastanza da non venirmi dietro.” Lungimirante e assennato come me, quando da ubriaco, tento di bluffare a poker: alla prima mano, con in mano una coppia di due, mi alzo in piedi di scatto sbatto i pugni sul tavolo e urlo: “All in!”. E poi perdo i sensi sul divano.
Cal Crutchlow 9 – Cosa si può dire dello spiritato Cal? Parte bene, nelle prime curve se la gioca alla pari con tutti e in certi momenti sembra essere tornato il pilota pazzo che faceva traiettorie tanto casuali quanto efficaci. Tira le staccate, va a farfalle, recupera da caduta certa e, dulcis in fundo, a una curva dal traguardo trova pure un podio insperato, oltretutto ai danni del proprietario della sua vecchia (e mai amata) moto. Ci sei mancato Cal! E basta coi tranquillanti, ci piaci così come sei: totalmente suonato.
Iannone 6,5 – Crutchlow gli frega il podio a una curva dal traguardo e Ianna è costretto pure a guardarlo mentre fa il gesto dell’ombrello (che sappiamo che nei paesi anglosassoni non è un’offesa ma una dimostrazione di forza). Lui, regale, elegante e pettinato com’è, non fa una piega. Tanto lo sa che la sua Desmosedici è una puntata sicura. Anzi, sicuva.
Meda & Capirossi 7 – Questa volta, oltre a divertirmi, la coppia Meda Capirossi mi ha anche un po’ turbato. E non per il tifo nei riguardi di Rossi, perché diciamocelo, avrei fatto lo stesso anch’io visto il capolavoro messo in piedi dal Dottore. Più che altro, invece, mi ha colpito l’estrema multiformità della telecronaca: Meda all’inizio pare la De Filippi, fissatissimo con questa storia che Dovizioso e Rossi devono per forza diventare amici. Poi, in maniera quasi divinatoria predice la rimonta di Rossi, ben prima di Rossi stesso. Il top, però, Guido e Loris lo raggiungono negli ultimi giri, in piena rimonta di Vale, dove si mettono a inscenare un dialogo dell’assurdo degno di una pièce di Beckett: Meda in preda alla creatività più folle conia nuove espressioni alternate agli storici cavalli di battaglia, Capirossi, invece, fa da contraltare dando i numeri in falsetto. Non potendo imitarli, trascrivo, voi metteteci l’ansimare di Meda e il falsetto di Capirex: “Due secondi!” “TUTTI IN PIEDI SUL DIVANO!” “Un secondo e sei” “MARADONA!” “Un secondo!” “MESSI!” “Sei decimi!” “TERMAS DE RIO YAMAHO” (giuro, l’ha detto) “Tre decimi!” “ROSSI C’È!” “Aaaaah!” “AAAAH”. Sigaretta.