Calientissima Spagna! Max Verstappen, 18 anni, all’esordio in Red Bull, vince il Gran Premio di Barcellona. Le Mercedes si autoeliminano subito dopo l’inizio della gara e le Ferrari continuano ad inseguire. Per la Formula1 quello di Barcellona è stato un Gran Premio storico.
Una gara straordinaria, tra le più belle che abbia mai visto, sin dalla partenza quando alla prima curva, Rosberg, secondo in griglia, va a prendersi con un bel sorpasso all’esterno e con la giusta cattiveria di chi vuole andare a vincere, la leadership della corsa. Hamilton non ci sta e risponde immediatamente provando a restituire il sorpasso ma messo alle strette dal suo compagno di squadra finisce prima sull’erba e poi in testa coda portandosi dietro anche l’altra monoposto. Sono passati trenta secondi appena e le due frecce d’argento sono fuori dai giochi, parcheggiate nel bel mezzo della sabbia di Montmelò.
Hamilton non ci crede, porta prima le mani sulla visiera del casco e subito dopo, quando è ancora all’interno dell’abitacolo, scaraventa il volante contro le barriere. É una scena surreale, dalle tribune prima il boato e poi il silenzio di incredulità per quello che era appena successo. Un incidente di gara, senza penalità per l’uno o per l’altro pilota ma un incidente inaccettabile a detta di Lauda che scarica, tutte le responsabilità su Lewis. A suo modo di vedere l’inglese poteva risparmiarsela quella manovra così azzardata. Lo scontro che tutti aspettavamo da tempo è arrivato.
Per le Ferrari oggi sarà come segnare un goal a porta vuota. Chi non ha pensato questo subito dopo l’uscita di scena delle due Mercedes? Beh, sicuramente non lui, non Max Verstappen, non questo ragazzino, poco più che diciottenne, con lo sguardo assente, programmato per vincere, l’unico e inimitabile ice man della Formula 1, che in quattro e quattr’otto ha sbaragliato tutti i record compreso quello di Vettel che a soli ventuno anni vinse a Monza nel 2008. Ha guidato da vero leader tenendo dietro di sé per metà gara ben cinque titoli mondiali, quello di Kimi Raikkonen e i quattro di Sebastian Vettel.
Il finlandese (voto otto), aiutato anche dalle strategie, ha fatto una buona gara ma niente ha potuto contro la lucidità e la calma del giovane Marx che ha guidato come se di questi Gran Premi ne avesse collezionato già cento. É stato Helmut Marko a vedere prima di tutti il talento di questo giovane pilota e dopo l’interessamento da parte di Mercedes e Ferrari, ha deciso di blindarlo immediatamente promuovendolo in Red Bull a discapito del russo Danil Kvyat che solo dopo avere appreso la notizia della sua retrocessione ha deciso di tamponare il mal capitato Vettel, ma questa è un’altra storia.
Le Rosse anche stavolta hanno visto vincere qualcun altro, anche oggi, anche senza le Mercedes. Buona come dicevamo la gara di Kimi Raikkonen che oltre al secondo posto in gara conquista anche il secondo posto in classifica piloti. Terzo l’altro ferrarista Vettel (voto sei) che fin dalle qualifiche del sabato è stato sempre più lento del suo compagno di squadra. Nota di merito per lui nel tesissimo finale di gara per essere riuscito a tenere a bada lo scatenato Daniel Ricciardo (voto sette) sull’altra Red Bull che, nonostante una foratura, all’ultimo giro è riuscito mantenere la quarta posizione davanti a Bottas (voto sette) su Williams e a Carlos Sainz (voto sette) su Toro Rosso.
Per ovvi motivi oggi il premio “pista all’arrabbiata” non può che andare ai due della Mercedes Rosberg ed Hamilton. É stata una gara incredibile, spettacolare ma alla fine mi sono domandato: “Dopo la Mercedes, non doveva essere la Ferrari la seconda forza del mondiale?”