LeNostre5 – The Last Dance e altri documentari sportivi da non perdere

L’uscita della docuserie The Last Dance dedicata a Michael Jordan e ai fenomenali Chicago Bulls degli anni novanta ci ha ispirato a redigere una mini lista di documentari sportivi che, indipendentemente dallo sport trattato, si possono definire delle piccole perle. Eccoli qui, con relativi trailer. Ovviamente non si poteva che iniziare con il maxilavoro ESPN (in italia su piattaforma Netflix) dedicato a una delle icone globali più affascinanti dello sport, “His Airness” Michael Jordan.

The Last Dance (2020)

Questa docuserie racconta come mai prima d’ora la carriera di Michael Jordan e la storia dei Chicago Bulls degli anni ’90 con filmati inediti della stagione 1997-98. Si tratta di una serie inevitabilmente incentrata sulla figura di Jordan ma che riesce nonostante tutto a offrire una visione d’insieme di quello che fu il miracolo sportivo dei Chicago Bulls, una squadra che cambiò radicalmente il mondo dell’NBA e che, grazie proprio a Jordan entrò di diritto nella leggenda. Da vedere perché: se Jordan fu una sorta di semidio baciato dal talento e modellato da una determinazione  e una ferocia senza pari, ciò che affascina (almeno per me, che il basket non l’ho mai visto manco dipinto) è che i suoi compagni di viaggio furono, chi più chi meno, dei personaggi a loro modo meravigliosi. Io, ad esempio, avrei tanto voluto essere un Pippen con il pisello di Rodman. 

When We Were Kings (1996)

Un racconto ravvicinato di “Rumble in the Jungle”, lo storico match del 1974 tra Muhammad Ali e George Foreman tenutosi in Zaire, l’attuale Congo. Una colonna sonora con pochi rivali e una lista impressionante di ospiti celebri si fondono per raccontare non solo l’incontro chiave degli anni ’70 ma anche la situazione socio-politica dell’Africa Centrale, vista dagli impreparati occhi occidentali. Questo documentario necessitò di ventidue anni di lavoro ma fu poi ricompensato con un Oscar. Da vedere perché: è un documentario fatto bene, con una musica spettacolare e Alì, oltre che un pugile meraviglioso, è un uomo semplicemente unico.

Sunderland ‘Til I Die (2018)

La stagione calcistica 2017-18 del Sunderland è particolare: un club radicalmente vincolato alla propria città è retrocesso in Championship dopo essersi ormai abituato alla Premier League e dovrà adattarsi alla vita nella serie cadetta tra aspettative non realizzate, l’odio dei tifosi e le difficoltà economiche. Il legame con la città e il pubblico rendono questo documentario diverso dalla solita narrativa della stagione calcistica. Da vedere perché: racconta il calcio in una dimensione più umana, dove la passione assurge a componente fondamentale. 

Ronnie Coleman – The King (2018)

Il Re assoluto del body building racconta la sua storia. Coleman parla della sua passione per l’allenamento, degli inizi ma anche dei lati negativi di questo mondo come gli infortuni, le operazioni chirurgiche, l’esigenza di avere un secondo lavoro e molto altro. La vita agrodolce di una leggenda. Da vedere perché: trovo che i culturisti in genere siano persone assolutamente uniche, nel loro essere c’è un misto interessantissimo di determinazione, genetica, tenacia e, soprattutto, masochismo patologico. 

Dogtown and Z-Boys (2001)

Nascita, morte e resurrezione del mondo dello skateboard e del leggendario Zephyr Skating Team dagli occhi di Stacy Peralta, che di quel gruppo fece parte. Il successo, i problemi, le tragedie, la fama e tanto altro di ciò che nacque come cultura illegale underground per diventare un fenomeno internazionale. Da vedere perché: chi scrive, l’unica volta che salì su uno skateboard si schiantò, frantumandolo, sul parabrezza della 127 del vicino. Eppure, nonostante il trauma e l’incapacità di comprendere cosa ci sia di bello nello provare ogni giorno a disfarsi le caviglie su una tavola con le rotelle, la colonna sonora di questo docu è semplicemente strepitosa.

Su massimo miliani

Ho il CV più schizofrenico di Jack Torrence, per questo motivo enunciare qui la mia bio potrebbe risultare complicato. Semplificando, per lo Stato e per l'Inpgi, attualmente risulto essere giornalista.

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