Rins vince a Silverstone

GP di Silverstone, tra le campagne inglesi e un Rins stratosferico!

Al Gran Premio d’Inghilterra sono andata come ospite Triumph per il lancio della bellissima e fighissima Daytona 765. Tanta roba ragazzi, e in edizione limitata, andate a cercarla e ve ne innamorerete.

Quale location migliore per la presentazione di una moto inglese se non il tracciato di Silverstone? Un luogo autentico, che trasuda storia e dove credo di aver visto uno dei pubblici più sportivi di sempre, che ormai nel motociclismo inizia a essere, ahimè, una rarità. Questa è stata la mia prima volta a Silverstone, un tracciato immerso nelle campagne inglesi, tra mucche e pecore, casette da film e mille stradine che fortunatamente ci hanno permesso di non restare imbottigliati nel traffico al momento di ripartire.

Il fine settimana è stato molto piacevole, tra buffi tifosi inglesi, le solite hospitality, prati di un verde intenso, interviste, scioglilingua inglesi e rotonde prese al contrario che ho mal sopportato, ma passiamo a parlare di cose serie: il dodicesimo round della MotoGP.

Pronti, via. Alla prima curva assistiamo al volo d’angelo del Dovi e subito ho un sussulto. Ma insomma, si fa così?!? La Ducati che prende fuoco, lui che si muove ma non si alza, e le mie mani che iniziano a sudare. Fortunatamente, ripeto, fortunatamente, ne esce illeso, solo con una grande incazzatura per la gara che avrebbe potuto fare, e la sera stessa torna a casa. Queste sono le cose che più fanno male del motociclismo, questi voli da supereroi che precedono impatti devastanti. Prima Fabio Quartararo, poi lui.

Sono certa che se Dovizioso avesse fatto la sua gara, ci aspettava una lotta a tre per la vittoria, ma la sfortuna ha voluto che la sua gara finisse prima ancora di iniziare. Dovi, ti aspettiamo carico a Misano!

In generale devo dire che mi aspettavo una gara più combattuta e anche con le due Yamaha a lottare lì davanti. Invece Valentino Rossi ha perso terreno molto presto, e Maverick Vinales è rimasto aggrappato alla coppia di testa, senza però riuscire a impensierire né Marquez né Rins.

I due spagnoli sono stati molto intelligenti e hanno dato vita proprio ad un bel duello, deciso (come in Austria) all’ultima curva. Marquez-Rins- Marquez-Rins-Marquez LAST LAP (ultimo giro) cuore che batte più forte, tutti in piedi, occhi fissi sullo schermo, arrivano le ultime curve e Alex Rins fa quello su cui quasi nessuno avrebbe scommesso, infila Marquez e lo batte sonoramente per soli 13 millesimi sul traguardo. Un’impresa straordinaria, una manovra da applausi, un’emozione che non riesco a contenere quando me lo ritrovo davanti per intervistarlo (per la Radiotelevisione Svizzera Italiana). Non ricordo esattamente cosa gli ho detto, ricordo solo che si è messo a ridere e che i suoi occhi erano felicissimi, al settimo cielo! Bravo Alex, seconda vittoria stagionale, anche questa arrivata con strategia e intelligenza, te la sei proprio meritata.

Tutt’altro che contento, invece, Marc Marquez. Per la prima volta l’ho visto anche arrabbiato, un bel po’ infastidito da questa sconfitta, la seconda di fila. Rabbia che dura poco se si pensa alla classifica, lo spagnolo oramai viaggia sereno verso l’ottavo titolo iridato. E che, comunque sia, è spaziale.

Ora, però, almeno abbiamo scoperto il “tallone d’Achille” di Marquez: l’ultima curva dell’ultimo giro. Ecco, lì lo si può (a volte) battere. In campionato, per ora, è un’altra storia.

Su Serena Zunino

Ligure d'origine, milanese di adozione, vivo le passioni in maniera viscerale - per la felicità di chi mi sta vicino - e sono curiosa come una scimmia

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