Le correzioni – Jonathan Franzen

Le correzioni di Jonathan Franzen è la storia di una famiglia, di cui sviscera i caratteri di tutti i componenti e poi li riunisce per un ultimo Natale insieme: un Natale che sarà punto di svolta come no, dipende dai punti di vista.

Nelle famiglie esiste il ruolo del correttore, di colui o colei che dice agli altri cosa c’è che non va nella loro vita e cosa dovrebbero fare per raggiungere la quadratura. Di solito queste figure sono conformiste ed hanno una visione del mondo guidata dalla maggioranza. Enid Lambert infatti è così: ha sogni borghesi e pretende di imporli a tutta la famiglia. Al marito Alfred e ai figli Gary, Chip e Denise. Di certo marito e figli fanno molto per svicolare dal disegno di Enid, che però non cede e li vorrebbe tutti con sé per un ultimo Natale plenario.
Il libro dedica ampio spazio a tutti i componenti dei Lambert, suddividendo grosso modo il racconto per personaggio. Ci permette così di approfondire tutti i caratteri e le vite in gioco, in modo da rendere davvero protagonista tutta una famiglia. La suddivisione, inoltre, permette al romanzo di essere lineare, evitando così la confusione che subentra in coloro che mal digeriscono le vicende corali.
Il problema dei Lambert non è solo quello di cercare di sfuggire all’incasellamento di Enid, perché sono già impegnati a sfuggire ai loro stessi fantasmi: un’insoddisfazione che coglie tutti i componenti da differenti lati.
Alfred è uomo di altri tempi, ha una rigidità sentimentale insormontabile e un’etica ferrea, in grado di resistere al mutevole mondo esterno. Oramai afflitto dal Parkinson, è in preda ad una demenza incalzante e ai demoni creati dalle proprie convinzioni. Sarà Denise a scoprirne un lato insospettabile, l’affetto incondizionato verso i figli, seppure tra le pieghe dell’inscrutabilità.
Il primogenito Gary è, per certi aspetti, simile alla madre. Ha un lavoro che lo inserisce nella buona borghesia, dove è contento di stare. Desidera correggere le deviazioni dal buono standard di moglie e figli, ma anche degli stessi genitori: perché ogni correttore ha i propri punti cardinali. Ma è un uomo debole e depresso, le sue prese di posizione sono uno specchietto per le allodole in cui nessuno si specchia.
Chip è un intellettuale dalla vita incasinata, con il sogno mai partito di un romanzo e con fallimenti professionali indipendenti dalle proprie capacità, quanto piuttosto dalla tendenza a crearsi le premesse dei propri fallimenti. Avrebbe molto da correggere, non tanto per volontà esterne, a cui comunque non sa reggere, ma per la sua stessa inconcludenza con cui non sa far pace.
Denise, la piccola di casa, è un altro bell’elemento incasinato. Chef di talento quanto sentimentalmente disastrosa, in conflitto permanente con la madre quanto Chip con il padre. Passa da delusioni ad occasioni concretizzate e perse per sue responsabilità, una giostra da cui non sa come scendere e che finisce di divertirla presto, se mai ha iniziato.
Alla fine qualche correzione arriverà, qualcuna no, qualcun’altra rimane nell’aria, qualcuna sarà rinviata, magari a mai. La conclusione del romanzo mi è parsa in un primo tempo debole, edulcorata. Ma ripensandoci ho cambiato idea, non è melensa, avevo preso per buonismo ciò che è invece fotografia della vita, sempre pronta a rimetterci sui binari da cui cerchiamo di scartare.

Le correzioni – Jonathan Franzen, Einaudi

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

2 Commenti

  1. Ottima recensione. Anche io sono rimasta molto colpita dal libro e in modo particolare dallo stile dell’autore che riesce a creare immagini molto vivide.

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