Il suo corpo e altre feste
Il suo corpo e altre feste di Carmen Maria Machado
Otto racconti prorompenti, una ventata di freschezza capace di disorientarti felicemente, come quando perdi la strada ma ti va bene perché non la vuoi ritrovare subito, ti piace proseguire smarrito. Una prosa succulenta, meccanismi narrativi intriganti, trovate originali: insomma, la festa del titolo potrebbe indicare quella per il lettore.
Il corpo è al centro di racconti che non si lasciano definire, con entrambi i piedi nell’universo femminile queer. Dunque è probabile che non abbia saputo cogliere molte sfumature, ma non importa, perché già quanto ho colto o frainteso mi basta per apprezzare a pieno una prova letteraria di spessore assoluto. Qualcosa di diverso e non solo per il gusto di esserlo.
Tramature
I corpi delle protagoniste sono esposti: alle intemperie del mondo, dei propri pensieri, della naturalezza e della difficoltà del viverlo. La scrittura dell’autrice è esposta al sentire più sottile dei personaggi su cui viene modellata. Non c’è univocità, ma percorsi che si incrociano a formare la complessità del reale e delle menti. Sono racconti in cui diversi elementi tramano per riempire la struttura.
Per esempio ne Il nastro, la storia di una classica vita media americana è turbata dal desiderio sessuale della protagonista, dalla propensione verso una donna e puntellata da classici racconti americani dell’orrore che creano un’atmosfera inquietante e ambigua. Tanto quanto quel nastro verde sul collo che non deve essere toccato.
Ne La residenza gli appunti della scrittrice per il proprio romanzo in lavorazione richiamano l’ultimo racconto Intrattabile alle feste.
In Particolarmente esecrabili, la riscrittura di Law & Order: Unità Vittime Specialiè davvero particolare: viene ripreso il titolo di ogni episodio delle prime dodici stagioni e viene ricostruita una trama tutta sbilenca, allucinata. La serie tv racconta le storie dell’unità vittime speciali di New York, una squadra specializzata nei crimini a sfondo sessuale. Il parallelismo con gli episodi, ad ognuno sono dedicate poche righe, la costruzione di un immaginario disturbato non completamente coerente con i fatti che avvengono sullo schermo, l’invenzione dei doppi dei due detective protagonisti, tutto sembra portare lontano dalla serie tv. Eppure, nel delirio distillato ad episodi, alla fine il quadro creato è molto più coerente di quello che potrebbe sembrare.
In Inventario una donna ricorda le proprie relazioni mentre fuori sta dilagando un virus mortale. Ad ognuna viene dedicato un paragrafo, riuscendo a fotografare magistralmente il momento, ma dando un andamento episodico che sa di distacco, proprio mentre i contatti tra gli esseri umani sono diventati pericolosi.
Solo alcuni esempi della complessità narrativa messa in campo da Machado. I racconti sono tutti validi, tutti capaci di fondere azioni, pensieri, sensazioni e parola scritta. In un vortice caleidoscopico così ancorato alla realtà da lasciarci straniti.
A proposito di sessualità
Ulteriore nota di merito sono i rapporti sessuali, prevalentemente tra donne, descritti in maniera naturale, senza sguardo pruriginoso e senza banalizzare, riuscendo a donare una naturalezza che sa di vita quotidiana e nessuna forzatura, restituendone comunque le emozioni.
Insolito è anche il punto di vista con cui vengono raccontate le donne lesbiche, nel senso che non viene individuato il fulcro nel percorso più o meno problematico della scoperta della propria sessualità. Le protagoniste vivono la propria sessualità come dato di fatto e intanto accadono gli eventi, tuttalpiù la sessualità è parte integrante della propria vita e dei propri pensieri, ma ci mancherebbe altro, è logico che sia così.
Consigliato? È dir poco, leggetelo senza tentennamenti, difficilmente ne uscirete indifferenti.
Nel regno della ragione e del buon senso sembrava logico che le cose avessero senso senza ragione (ordine naturale) o che non avessero senso per qualche ragione (il progetto intenzionale dell’inganno), ma le cose senza senso e senza ragione sembravano una perversione. Cosa succede se colonizzi la tua stessa mente e quando ci entri i mobili sono attaccati al soffitto? […] Cosa succede se entri e non c’è proprio niente, e poi la serratura scatta e la porta si richiude?
Cos’è peggio: essere chiusi fuori dalla propria mente oppure dentro?
Carmen Maria Machado – Il suo corpo e altre feste
Traduzione: Gioia Guerzoni
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