Lettere da Omsk
Lettere da Omsk di Ornella Sabia
Con sommo dispiacere tocca constare che un po’ di quel senso di “internazionalismo” che tanto ci piaceva in passato è scomparso dalla letteratura italiana degli ultimi anni. Se si esclude Paolo Nori, non certo un esordiente, e pochi altri si nota una introversione di molti autori giovani verso la nostra amata Italia. Spesso abbiamo pensato più al nostro immediato vissuto che ad aprirci a storie che travalicassero i confini del nostro microcosmo. Niente di male, ci mancherebbe, ma personalmente sento un po’ la mancanza di narrazioni che facciano incontrare la nostra realtà quotidiana con storie più lontane.
Per questa ragione mi ha colpito molto Lettere da Omsk, libro pulito e schietto che, nascondendosi dietro all’ironia, ambisce a raccontare qualcosa di più grande e più intricato di una storia personale. L’autrice, Ornella Sabia, è una trentenne colta e innamorata della letteratura russa, nata a Napoli nel 1988 vive a Tito quando non viaggia nell’est Europa, parte di mondo che ha le sicuramente forgiato una certa sensibilità per le cose del mondo.
Lettere da Omsk è un libro diretto e sincero che si percepisce come amato prima che come pensato: questa caratteristica non deve essere sfuggita al comitato scientifico del Torneo letterario IoScrittore del gruppo editoriale Mauro Spagnol che l’ha premiata per il suo Lettere da Omsk, da qualche settimana scaricabile online in eBook.
Inaspettate possibilità esistenziali
Nel libro di Ornella Sabia troviamo il percorso, sicuramente biografico per molti aspetti, di una giovane redattrice alle prese con il mondo del lavoro di una piccola casa editrice. Mal pagata, un po’ bistrattata dal resto della redazione, Annarita si ritrova a lavorare sulla routine di un critico letterario: leggere bozze e fingere entusiasmo. Ormai il lavoro sembra essere chiuso in un meccanicismo da cui si fatica a districare l’entusiasmo iniziale per la letteratura. Ma poi ecco il viaggio, lo straordinario ad irrompere nella quotidianità con la sua potenza irrazionale.
Una lettera, un lontano ex fuggito senza tante parole, poche parole ben pesate e qualche scusa.
Insieme alla lettera la scoperta di un manoscritto misterioso, senza firma dell’autore, ma un libro magico capace di risvegliare entusiasmi e passioni prepotenti.
Un libro che parla di quell’est che causalmente viene raccontato anche nella lettera di Sandro, amore fuggito e mai compreso fino in fondo. Qui parte la piccola rivoluzione di Annarita Zita, si parte senza aver ben calcolato il viaggio in direzione di Omsk in Siberia.
Sarà il viaggio ad aprire alla protagonista inaspettate possibilità esistenziali. Scoprire, insieme a quel mondo letto solo sui libri, parti della propria anima e ricongiungere pezzi del proprio percorso frammentario finalmente in una direzione lampante.
Sono tante le citazione e i rimandi con cui Ornella Sabia puntella il suo racconto: Dostoevskij certo ma anche (e tanto) Nietzsche, Majakóvskij, Tolstoj, non certo riferimenti fini a se stessi, ma precisazioni nel raccontare un certo “Homo Sovieticus” come viene anche ricordato nel libro.
Il racconto è sempre sciolto e coinvolgente anche quando forse si sarebbe potuto osare di più nella profondità, ma appare evidente la scelta di leggerezza per poter far scivolare il racconto verso il suo centro perfetto che è il finale, parte ottimamente riuscita.
Lettere ad Omsk si presenta come un libro che coinvolgerà i ricordi di molte persone e i sogni di altre.
Ornella Sabia – Lettere da Omsk
Vincitrice del torneo letterario IoScrittore del Gruppo editoriale Mauri Spagnol
Lettere da Omsk su La Feltrinelli