Il diavolo nel cassetto di Paolo Maurensig affronta con raffinatezza temi forti e intimi come il narcisismo, la consapevolezza di se stessi e l’archetipo sartiano de “l’inferno sono gli altri”.
Il diavolo nel cassetto di Paolo Maurensing
Paolo Maurensig (leggi qui la biografia) è uno scrittore che avrebbe potuto vivere molto semplicemente in altri tempi, gli sarebbe bastato cambiare data di nascita sulla carta d’identità e nessuno avrebbe battuto ciglio nel considerarlo uno scrittore di fine Ottocento.
Questa è una critica? Niente affatto, è anzi la caratteristica che amo di più di questo scrittore veneto che ha saputo guadagnare la scena internazionale con libri dal peso specifico notevole come La variante di Lüneburg e Canone inverso, solo per citare i più famosi. (leggi qui altre recensioni de Il Diavolo nel cassetto)
Letteratura mitteleuropea
Leggendo le pagine di Paolo Maurensig si respira un’aria particolare, tipica di un certo romanzo precisamente riconducibile ad una età storica ed un luogo geografico.
Se per l’età storica io segnerei un arco temporale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio della prima guerra mondiale, per il luogo di ricognizione sceglierei quella parte di mondo chiamata Mitteleuropa, la così detta Europa di mezzo o Centro-Europa.
Se avessimo una lente di ingrandimento ci accorgeremmo che quella parte di mondo in quell’epoca, ma non solo, ha prodotto una quantità di scrittori ed intellettuali raffinatissimi che potrebbero da soli occupare un’antologia della letteratura mondiale.
Stefan Zweig, Thomas Bernhard, Joseph Roth, la straordinaria Elfriede Jelinek parlando di Austria, ma anche Agotha Kristoff e Friedrich Dürrenmatt aggiungendo la confinante Svizzera, sono solo alcuni dei nomi che rendono questa area centrale e cupa dell’Europa la culla di una scrittura arcaica e violenta, sottile e diabolica in cui puoi incontrare Gesù Bambino perso nella neve (Dürrenmatt), amanti del silenzio che uccidono gli uccelli di un’intera valle (Bernhard) o bambini che si pigliano a schiaffi per crescere in un mondo violento (Kristoff).
Insomma è una parte di mondo in cui la letteratura ha creato mostri che si sono impressi nell’inconscio di molti lettori e che qualche volta hanno solo anticipato realtà ben peggiori (vedi ovviamente il nazismo).
Chi sia mai incappato in questa letteratura opaca e concava difficilmente ne è uscito illeso, difficile dimenticare il livello di atrocità che questi scrittori riescono a raccontare, difficilissimo non rimanerne folgorati.
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Il Diavolo si annida nella letteratura
Perché questa introduzione così lunga e fuorviante per certi versi? Perché mi andava di farla sopratutto, ma anche perché il libro di Maurensing, Il Diavolo nel cassetto, mi ha riportato a tutto questo mondo letterario che ho sempre molto amato.
Il Diavolo nel cassetto usa uno stratagemma semplice ma convincente per attaccare il lettore alle cento pagine del libro: viene trovato uno scritto, inviato da un anonimo autore, in cui si racconta una vicenda da subito cruenta, dove il protagonista sono un giovane aspirante editore e scrittore e un prete con una sconfinata cultura e un’aria sinistra.
“Tutte le volte che si prende in mano una penna ci si accinge a officiare un rito” è una delle frasi che arriva tra le prime pagine del libro e che rivela l’atmosfera ieratica e sinistra che poi si svilupperà nel proseguo della storia.
Il prete sembra la classica vittima di un’ingiustizia, ingiustizia che partirebbe addirittura dal padre di tutte le cattiverie il Diavolo in persona. Un diavolo che si presenta con “un aspetto curato, veste in doppio petto, ha un eloquio forbito, un tono di voce suadente”, e che spesso, secondo questo prete-filosofo, veste i panni di un adulatore.
E qui si apre, appunto, la vicenda come anticipata dalla citazione che vi ho presentato qualche riga più sopra. Il prete-filosofo crede che nella letteratura si nasconda la matrice del diavolo, perché a differenza di altre arti essa “può dominare entrambi i campi: il concreto e l’astratto, il terreno e l’ultraterreno” e addirittura “lo scrittore, può diventare un formidabile eggregore” (leggi la selezione di citazioni)
Da queste basi il libro si articola attraverso il discorso narrato dal prete e riportato dall’autore anonimo nella disamina di una strana vicenda accaduta in un paesino Svizzero, Dichtersruhe, in cui il Diavolo si sarebbe ampiamente palesato.
Temi forti e intimi
Oltre alla bellezza del racconto de Il Diavolo nel cassetto, si apprezza la raffinatezza con cui Maurensig affronta temi forti e intimi come il narcisismo, la consapevolezza di sé stessi e l’archetipo sartiano de “l’inferno sono gli altri”. Ambientata in un mondo lontano dai riflettori iper-contemporanei, la vicenda di Paolo Maurensig si tinge di arcaico e ancestrale per raccontare qualcosa di molto più vicino e prossimo ad ognuno di noi, la vanità per esempio.
Ironia della sorte, ma che di sicuro non sarà sfuggita a Paolo Maurensing, una vicenda così lontana per modelli e riferimenti si intitola proprio Il Diavolo nel cassetto, ovvero ciò che consideriamo il male forse lo stiamo coltivando proprio noi con grande passione e solerzia.
Paolo Maurensing – Il diavolo nel cassetto – Einaudi
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