Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra - Franco Arminio

Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra – Franco Arminio

Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra di Franco Arminio è un manifesto per il Sud, per coloro che vivono ancora nel meridione; ma anche per tutti gli insoddisfatti, perché ci sono le indicazioni per vivere il presente, per assaporare l’attimo.

Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra di Franco Arminio

Cedi la strada agli alberi è più di una raccolta di poesie d’amore e di terra. È un manifesto per il Sud, per coloro che vivono ancora nel meridione, specie nei paesini; ma anche per tutti gli insoddisfatti perché nei versi di Franco Arminio ci sono le indicazioni per vivere il presente, per assaporare l’attimo. Sono poesie che constatano il fallimento del capitalismo o, per meglio dire, il fallimento di ogni singolo uomo e donna che nella quotidianità non fa altro che perpetrare quel sistema che sta distruggendo l’umanità medesima e il Mondo che la ospita (ma che per fortuna sopravviverà ad essa, probabilmente meglio).

Prendetevi le albe

Lettera ai ragazzi del Sud è, ad esempio, un accorato appello che coglie nel segno il presente e auspica un futuro rivoluzionario. Quello dove le nuove generazioni saranno dolci con i deboli, feroci con i potenti. E, poi, un invito, davvero azzeccato perché contempla l’unico modo possibile per trovare la motivazione viscerale per occuparsi del proprio territorio: Uscite e ammirate i vostri paesaggi, prendetevi le albe, non solo il far tardi.


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E davvero c’è bisogno di questa rivoluzione della lentezza, che non per forza deve essere intesa come un modo “fricchettone” di interpretare la vita (che in genere travalica nell’ipocrisia) o con una superficiale lotta per la “decrescita felice”. Questa rivoluzione significa, più che altro, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza. Insomma: cedere la strada agli alberi e guardare con ammirazione le volpi, le poiane, il vento, il grano. Ecco, di nuovo: gli alberi, le volpi, il vento, il grano. Chi vive nell’entroterra collinare o montano del Mezzogiorno sa bene che questi “elementi” sono fra i regali più belli che la Terra ha donato, ci dona, da queste parti. Amarli è l’unico modo di salvare questi luoghi e il mondo.

L’intensità della vita

Franco Arminio è poeta e osservatore finissimo. Sa che c’è bisogno della cura del territorio, dei dettagli, dell’estetica prima di tutto. Dappertutto. Magari al Sud ce n’è più bisogno che altrove. E come lo si inculca agli abitanti assuefatti da un individualismo (che è peggio di quello di chi vive in città) che bisogna pulire fuori dalla nostra casa prima che dentro?

Non solo Arminio nei suoi versi coglie pienamente l’essenza dei paesini, con rara capacità di sintesi e fino a coglierne l’aria e i suoi rancori. Ma è prezioso nel coinvolgere il lettore su quanta intensità ci può essere in ogni attimo della vita. Ricordando come spesso gli uomini si ammalano per essere aiutati. Allora bisogna aiutarli prima che si ammalino. Occorre però fare attenzione: purtroppo vecchiaia non è sinonimo di saggezza, come anche Arminio probabilmente crede: i nonni, al meridione, hanno una mentalità che ha contribuito ad uccidere il territorio e la società, un pensiero tutt’altro che innocente. Anche se si credono assolti, vien da dire, saranno per sempre coinvolti.

Le altre sezioni della raccolta di poesie sono ugualmente intense. La seconda, dedicata all’amore, è pura carnalità, al di là del corporeo (che può sembrare un ossimoro ma non lo è). La terza sezione è dedicata alla famiglia, agli affetti, con tanta (forse troppa) nostalgia: sono poesie che lasciano per lo più un senso di tristezza difficile da levarsi di dosso. L’ultima sezione, dedicata alla poesia ai tempi della rete, è leggera come la rete stessa. Incredibile, persino affrontare l’argomento web risulta oramai stucchevole, come un qualsiasi commento sui social network.

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Su Dario Macrì

L'ego mi costringe a dire che sono un giornalista. Ma proprio il fatto che esterni tale conflitto è opera stessa dell'ego, che esulta. E questo è solo un accenno della contorta battaglia interiore che si combatte in me soprattutto fra petto e bocca dello stomaco. Dalla Calabria.

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