Attraverso la voce e i racconti di Miles T. Salinger, un clochard che vive a Central Park, nascono le storie dell’ultimo libro della autrice modenese Cristiana Minelli. Brandelli di amore, di vita, di morte, di scelte sbagliate, di debolezze e di virtù raccontati partendo da alcuni dei nomi incisi sulle panchine del parco più famoso al mondo
Una piccola perla italiana
Questo libro, capitatomi per le mani qualche settimana prima dell’estate, è una di quelle piccole perle che divori nello spazio di paio d’ore e che poi ricordi per tanto tempo.
Protagonista del romanzo è Miles T. Salinger, un clochard che vive sulle panchine di Central Park. Panchine che per lui non sono solo un letto, o un luogo dove riposarsi e guardare le stelle (quando ci sono), ma sono soprattutto un deposito infinito di storie. L’autrice Cristiana Minelli, infatti, parte da uno spunto decisamente interessante -ossia alcuni dei nomi di newyorkesi e non, realmente incisi sugli schienali delle panchine di Central Park (il progetto si chiama Adopt Bench, clicca qui)- per dare vita a delle storie che raccontano in maniera delicata e ficcante la semplicità della vita, fatta di amore, morte, bugie, occasioni mancate, batticuori, fallimenti e paure. In questo universo c’è posto per tutto, da Emily Dickinson, a un pinguino col sombrero fino a un frac che si specchia nelle acque del lago. A far da base a tutte queste storie c’è quella del clochard protagonista del libro, un uomo che in un periodo particolarmente difficile della sua vita ha deciso di abbandonare i suoi soldi e la sua casa in Park Avenue, per abbracciare la bellezza del rettangolo verde newyorkese. Un uomo che porta in petto un dolore immenso e che, proprio per questo, ha il cuore e la sensibilità per raccontarci le storie che nascono sulle panchine di Central Park.
Questo libro l’ho letto davvero in due ore, una notte, avvolto in un sacco a pelo sul pontile di un traghetto che dalla Sardegna mi riportava sul continente. Sono state due ore bellissime in cui, nello spazio di poco più di 130 pagine, la Minelli mi ha accompagnato attraverso tutto lo spettro di sentimenti e angosce e paure tipiche dell’uomo. E lo ha fatto con una prosa scorrevolissima e piacevole unita a quella capacità, tipica di chi con la penna ci sa fare, di infilarti nella storia fin dalla prima pagina.
Di tutti i racconti di Ascolta le Cicale, il mio preferito è quello che narra della nascita di un amore tra un bluesman e una cameriera. Mi è piaciuto talmente tanto che alla fine, da Rosarito, il locale dove lavora la protagonista ci sono andato davvero. E mentre bevevo la mia birra guardando la gente di Brooklyn passare, non potevo non pensare che un cavallo di latta, infilato di nascosto in una tasca, è un regalo bellissimo.