Ci sono tanti modi per arrivare al cuore della gente, spesso farlo è l’unica ragione per cui vale la pena di scrivere musica. Di questo Dimartino è ben conscio nel suo percorso musicale, grande animale da palco, non nel senso dello show ma nel senso della bellezza delle sue esibizioni, l’artista siciliano si è conquistato un posto l’importante nel cantautorato italiano grazie alla spiccata personalità e al grande amore per i dettagli che caratterizza la sua intera opera.
Se i primi passi Dimartino (si fa per dire ha fatto quattro dischi) sono sicuramente sulla via della grande storia del cantautorato, in questo nuovo lavoro, pur non abbandonando questo percorso, di sicuro ci sono aperture a nuovi mondi musicali e letterali. Sensibilità artistica verso elettronica e pop che sicuramente parte da un bisogno del cantautore, ma a cui l’impronta produttiva di Matteo Cantaluppi ha dato una direzione certa e molto contemporanea. Molti pezzi dell’album hanno acquisito a mio modo di vedere un notevole impatto grazie proprio alla mano del produttore piemontese artefice del ringiovanimento dei Thegiornalisti e Arisa.
In effetti in questo album si respira un bel vento pop che rinfresca le liriche Dimartino liberandolo dallo scrigno troppo stretto del cantautorato classico da cui l’artista viene.
Dimartino è invecchiato ma non è invecchiato il suo romanticismo e la sua leggerezza proclamata sin dall’inizio nella prima canzone Giorni buoni.
“Balliamo sotto i neon vicino a una spiaggia / tu ascolti i Pixies mentre io scrivo canzoni leggere” è questo l’incipit dell’album che parla chiaro di dove Afrodite andrà a parare sia musicalmente, sia nei testi.
Le ispirazioni sono tante ma mentre ascolto il disco per scriverne, sono ancora indeciso su quali citare e questo è un buon segno, vuol dire che è un disco che affronta dei mondi, non scopiazza.
DI sicuro il riferimento principale è quello del pop di fine anni settanta e ottanta, ma sui nomi, beh lì dobbiamo veramente discuterne un attimo.
Giorni buoni parte con un approccio quasi alla Rino Gaetano, il testo scivola leggero verso la ricerca della purezza di giorni ancora non sporcati dalla quotidianità. Musica, poesia e ricerca della bellezza con una bella chitarra a tenere la ritmica.
Due personaggio, con un bel gioco di parole pirandelliano, racconta l’amore tra le pieghe della difficoltà di essere eroi nella quotidianità. Stupenda la frase “Siamo due personaggi in cerca d’amore ma viviamo nel tram di una vita normale”. Incorniciare, prego.
Cuoreintero è un pezzo dall’attacco battistiano che racconta la crisi di un uomo che cresce e invecchia senza cercare di perdere la purezza. Pezzo azzeccatissimo.
Pesce d’Aprile ha un ritmo travolgente e un ritornello divertente, le chitarre tirano verso il vento.
Feste comandate è un pezzo dolce e delicato, nella piena strada di Dimartino.
Per Ci diamo un bacio e La luna e il bingo vorrei aprire e forse non chiudere una piccola parentesi.
In queste due canzoni Dimartino sembra mischiare Fossati alla Carrà, ricordate che la cantante icona gay aveva tra gli autori David Riondino, un misto di leggerezza e sensualità che travolge e inebria. Davvero due pezzi riusciti ed entusiasmanti. Sarebbe interessante capire come hanno lavorato Dimartino e Cantaluppi su questi pezzi per arrivare ad una tale sintesi meravigliosa.
Liberaci dal male scivola calda e accogliente mentre I ruoli si torna a giocare col teatro e la canzone d’autore e infatti mi ritrovo ancora in piedi a ridere e ballare mentre ascolto il disco.
Bella il refrain “Lotto contro me”.
Daniela balla la samba è una canzone quasi dalliana che accompagna leggera il dito verso il tasto per riascoltare per intero Afrodite, album che travolge e mette di buon umore.