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Tempi eccitanti – Naoise Dolan

Tempi Eccitanti di Naoise Dolan è una prova spigliata, un romanzo cinico che ci restituisce incertezze e provvisorietà di una gioventù senza punti di riferimento, data in pasto ad un mercato del lavoro spietato, una commedia amara sul disagio ai tempi dei social. Un esordio scoppiettante che mette in risalto doti da coltivare.

Tempi Eccitanti di Naoise Dolan

Mi sono detta: ecco perché sei single. Ecco come riesci a fare sesso con due persone, a non dire niente all’una dell’altra, a vivere con una di loro e a essere ancora single.

Ava è una neolaureata irlandese che vola a Hong Kong, dove trova un lavoro da insegnante di inglese in una scuola per bambini di famiglie ricche. Due incontri le cambieranno il soggiorno: Julian e Edith. Non accade molto in questo libro e tutto ciò che accade lo fa nei pensieri della protagonista, perché la prima persona immerge il lettore nel punto di vista di Ava.

Naoise Dolan fornisce una prova spigliata, un romanzo cinico che ci restituisce incertezze e provvisorietà di una gioventù senza punti di riferimento, data in pasto ad un mercato del lavoro spietato, una commedia amara sul disagio ai tempi dei social. Un esordio scoppiettante che mette in risalto doti da coltivare.

Contraddizioni

Sceglievamo cosa condividere e cosa no. Attraverso l’arte della composizione riducevo la mi vita, ne bruciavo i grassi, archiviavo le asperità. Quel processo di editing mi faceva bandire a posteriori i momenti più dolorosi, noiosi e irrilevanti che avevo attraversato. Julian necessariamente curava quel che mi diceva, e anche questo mi rendeva felice. Insieme stavamo costruendo qualcosa di piccolo e preciso. C’era un’area della mia vita di cui non gli parlavo che non era dolorosa, né noiosa, né irrilevante, ma c’erano altri motivi per escluderla.

Ava è un personaggio pieno di contraddizioni, i cui unici punti di riferimento sono le paure fiorite nel suo precario stare al mondo. La sua particolare amicizia con Julian non sa trasformarsi in altro sia per le resistenze del ragazzo sia per l’indecisione di Ava. Julian è un banchiere inglese in carriera, catapultato da Oxford verso il mercato internazionale come una scheggia promettente dell’alta borghesia. Ava è impregnata di un socialismo di fondo che viene però virato alla praticità, laddove i soldi di Julian e le comodità del suo appartamento sanno essere più efficaci delle linee guida ideali.

Ava è intrappolata in un limbo sentimentale e lavorativo che ha la lucidità di considerare ma non la forza di contrastare. Il suo inserimento ad Hong Kong non riesce a compiersi, la cerchia di frequentazioni internazionali, più che la freschezza di un’apertura sul mondo gravida di potenzialità, si rivela una palude della solitudine, sottolineando l’incapacità di aderire alla realtà e ritagliarsi il proprio spazio.

Edith, avvocato in carriera del luogo e con studi a Cambridge dovuti all’ottima condizione economica familiare, ha punti in comune con Julian, ma sentimentalmente si colloca su un altro pianeta. Edith esprime i propri sentimenti, si spende nel rapporto ed esige da Ava una sincerità che con Julian non era necessaria, anzi non auspicata. La protagonista si trova presa in mezzo ai due approcci al rapporto, costretta a esprimersi i propri sentimenti per decidere, stimolata a districare la matassa delle proprie emozioni. Affrontando una delle tante contraddizioni che la caratterizzano e formano i rapporti: il gioco di potere, la sfida alla vulnerabilità.

Linguaggio pregnante

Mi piacevano le conversazioni in cui non stavo cercando di convincere nessuno, in cui dicevo precisamente quello che pensavo. Ero stanca di volermi rendere accettabile.

Ava descrive i temi affrontati con i propri alunni, analizzando aspetti della lingua a cui non aveva mai prestato troppa attenzione. Dalle considerazioni sulla lingua insegnata e su quella utilizzata nella quotidianità, scaturiscono interessanti precisazioni sul suo carattere, sulla modalità del suo stare al mondo e rapportarsi con se stessa e gli altri.

La scrittura di Dolan è mobile, riuscendo a cogliere il ritmo dei pensieri della protagonista. Il racconto dei fatti, che sono sempre filtrati dal punto di vista di Ava, procede per frasi brevi, che restituiscono il ritmo frenetico della vita moderna ma senza incalzare, dato che i fatti sono giocati all’interno di una vita interiore inconcludente. L’autrice dona al racconto un distacco che fomenta il cinismo di Ava, il suo procedere disincantato.

Quando però i pensieri di Ava si fanno più incalzanti, stringendo le maglie su qualche nocciolo più duro della personalità, allora le frasi si allungano, il discorso interiore si fa flusso intricato e il distacco lascia il posto ad una partecipazione sentita. Aumenta però la confusione, le contraddizioni si susseguono, l’analisi insegue le paure, più che seguire un binario logico, i pensieri esplodono arrancando alla ricerca di un senso.

Naoise Dolan – Tempi Eccitanti – Atlantide
Traduzione: Claudia Durastanti

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Su Giuseppe Ponissa

Aga la maga; racchetta come bacchetta magica a magheggiare armonie irriverenti; manina delicata e nobile; sontuose invenzioni su letto di intelligenza tattica; volée amabilmente retrò; tessitrice ipnotica; smorzate naturali come carezze; sofferenza sui teloni; luogo della mente; ninfa incerottata; fantasia di ricami; lettera scritta a mano; ultima sigaretta della serata.

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