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Svegliare i leoni – Ayelet Gundar-Goshen

Svegliare i leoni di Ayelet Gundar-Goshen è scritto come un thriller, di cui condivide il ritmo e il gusto per la suspense, ma scava nelle mente dei protagonisti e dei lettori solchi da cui escono le aporie delle scelte morali. Si sente, nella scrittura di Ayelet Gundar-Goshen, la naturale propensione per il cinema e la fiction, ma la narrazione e la profondità dei personaggi donano a tutto il libro una universalità letteraria.

Svegliare i leoni di Ayelet Gundar-Goshen

Eitan è un medico di successo, o almeno così sembrerebbe, vista la folgorante carriera universitaria che gli ha aperto immediatamente le porte del miglior ospedale di Israele, sotto la protezione di un luminare della medicina.
Apparentemente una storia di successo. Solo che Svegliate i leoni non inizia tessendo le lodi e i meriti di un medico di mezza età che gode del proprio successo e delle propria vita famigliare, anzi, parte proprio da dove meno uno se lo appetterebbe.

Siamo nel deserto, c’è sabbia ovunque ed è notte, quasi alba. Eitan è appena uscito dal proprio turno di notte e si sta godendo il caldo vento del deserto osservando la Luna. In quel luogo sperduto il medico è arrivato per mettere alla prova la sua nuova Jeep, acquistata per togliere un capriccio a sua moglie. Quella notte però l’auto diventa la giostra su cui montare per scatenare un’adrenalina ammonticchiatasi sotto la pelle da molto tempo.

Una promozione saltata per una scelta morale, un ospedale che forse non è all’altezza delle ambizioni, tutto mentre, con la Jeep, le dune e le strade tortuose diventano un immenso luna park. Qui che accidentalmente Eitan Green ferisce a morte un uomo nel buio del deserto ed è qui che la vita del giovane medico cambia in modo repentino.

Una donna misteriosa apparirà nella vita del Dottor Green, facendogli sapere di essere a conoscenza dell’incidente e, invece di ricattarlo pecuniariamente, lo costringerà a prestare aiuto alla comunità clandestina eritrea che nel deserto ci vive nascosta, pronta a farsi sfruttare dal caporale di turno.

Smascherare le impalcature morali

Dalle prime pagine si dipana un’affascinante susseguirsi di piccole informazioni sul passato, sulle scelte, sulle fragilità, ma anche sulle certezze di Eitan Green. Ma Ayelet Gundar- Goshen non scava solo nella psicologia del protagonista, ad essere indagate sono anche le psicologie degli altri attori del romanzo, in primis Liat, moglie di Eitan e investigatrice che si occupa del caso dell’uomo misterioso morto nel deserto per incidente.

Il romanzo è scritto come un thriller, di cui condivide il ritmo e il gusto per la suspense, ma scava nelle mente dei protagonisti e dei lettori solchi da cui escono le aporie delle scelte morali. Si sente, nella scrittura di Ayelet Gundar-Goshen, la naturale propensione per il cinema e la fiction, ma la narrazione e la profondità dei personaggi donano a tutto il libro una universalità letteraria.

Non viene scandagliata solo l’onestà, ma anche la moralità della vita segreta e pubblica delle persone. Non è da meno anche la riflessione più generale sull’ipocrisia della nostra epoca che ci vuole impegnati e integri fino a che il giardino da condividere non è il nostro.

I dubbi nella mente di Eitan sono interessanti e da lasciar scorrere tra le pagine perché è impossibile non immedesimarsi nei pensieri del protagonista. Siamo certi che denunceremmo un incidente stupido, che di certo stravolgerebbe la nostra vita, se fossimo sicuri di poterla fare franca? Questo è il dubbio che si insinua nella mente di ogni lettore proprio come progettato da Ayelet Gundar-Goshen, scrittrice che ama smascherare e denudare le nostre impalcature morali, per farle stridere con la naturale casualità degli eventi della vita.

Ayelet Gundar-Goshen – Svegliare i leoniGiuntina
Traduzione: Ofra Bannet, Raffaella Scardi

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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