Lezioni di McEwans è il viaggio di una vita, puntinata dei suoi fallimenti e dei suoi piccoli successi, ma è anche il drammatico racconto politico e sociale degli ultimi 40 anni
Di McEwan ho letto Chesil Beach (qui la recensione), un piccolo capolavoro di intimità dove i sentimenti, i non detti e le paure vengono raccontati in tutta la loro capacità di modificare il corso della vita di una coppia.
Un libro bellissimo nella sua sintetica precisione, caratterizzato da una penna pulita e chirurgica nello scovare quel minimo battito di ciglia, quel granello di polvere, capace di diventare deflagrazione e rivoltare una vita. In Lezioni, quella penna si è resa capace della stessa chirurgica capacità, con la sola differenza che la tavolozza su cui si è cimentato McEwan non è più l’A5 dei sentimenti di una coppia chiusa in un hotel, ma il murales infinito della vita intera di un uomo.
La trama di Lezioni
In Lezioni, McEwan racconta la storia di Roland Barnes, un anti eroe la cui esistenza viene raccontata in maniera frammentaria, scomposta, non lineare. Né lui, né i personaggi con cui ha a che fare riescono in nessun modo a essere padroni del loro destino, o quanto meno capaci di azzeccare una scelta di vita davvero positiva per loro. Da quando Roland, pre adolescente, finisce invischiato in un rapporto malato con la sua insegnante di piano, fino ai suoi ultimi accadimenti, Roland non sceglie, lascia fare al caso accettando ciò che gli riserva la vita senza lottare, solo giustificandosi un po’, convincendosi tra sé e sé che alla fine “se è andata così c’era ben poco da fare”.
Cosa ci insegna Lezioni
Il pessimismo, se così si può definire, di McEwan non si ferma alla sola vita di Barnes ma si espande a tutto ciò che ha caratterizzato la vita politica e sociale del periodo che va dagli anni 60 al post Covid, termine temporale del racconto. Ogni episodio del libro, infatti, vive nel riflesso dell’epoca storica in cui è ambientato, epoche storiche raccontate per quello che sono state, e cioè caratterizzate da mille ingenue pulsioni verso un miglioramento (sociale e politico), puntualmente castrate dalla realtà dei fatti.
Un pessimismo reale, questo (nel racconto degli accadimenti storici McEwan non inventa nulla), che racconta in maniera spietata l’andamento folle, incapace di imparare dai suoi errori, della storia: una montagna russa impazzita che dalla crisi missilistica di Cuba alle scelte di Boris Johnson sulla prima ondata di pandemia, ha messo in luce, in parallelo col protagonista del libro, una cronica incapacità di imparare dai propri errori.
In questo senso è coerente il finale, in cui tutte le speranze di Roland, ormai nonno, e di riflesso del mondo, siano riposte nella generazione che verrà. Una “scelta” che in prima analisi vuole essere ottimistica, alla seconda si rivela per quello che è, e cioè una normale avvicendamento biologico in cui nessuno di noi -vecchi e soprattutto giovani- ha reale possibilità di scelta, e alla terza, beh, alla terza è pura resa incondizionata alla propria inettitudine.

Autore: Ian McEwan
Traduttore: Susanna Basso
Editore: Einaudi
Anno edizione: 2023
Pagine: 576 p., Rilegato
EAN: 9788806257576
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