La mente alterata. Cosa dicono di noi le anomalie del cervello di Eric R. Kandel indaga i malfunzionamenti del cervello per capire meglio i meccanismi che fanno filare tutto liscio. Si tratta di un libro davvero ricco di spunti, consiglio vivamente la lettura di un testo chiaro e in grado di smuovere il pensiero. Soprattutto perché capace di guardare in faccia la complessità dell’essere umano, senza ridurre o semplificare alla ricerca di risposte immediate.
La mente alterata. Cosa dicono di noi le anomalie del cervello di Eric R. Kandel
Indagare i malfunzionamenti per capire meglio i meccanismi che fanno filare tutto liscio, questa l’intenzione di Kandel nel libro. Che siano le anomalie a risaltare la normalità è palese, l’inceppamento delle rotelle rende evidente il funzionamento, senza le curve dell’imperfezione un sistema sarebbe troppo pulito per rivelarsi.
Se riferiamo tutto questo alla mente umana, allora sì che si scoperchia tutto il fascino di queste pagine. Il cervello è programmato in modo precisissimo, altrimenti una macchina tanto complessa non potrebbe reggere l’urto di una vita. A volte capita che ci siano difetti di programmazione, guasti negli elementi, malfunzionamenti nelle rotelle e allora salta fuori l’anomalia. Poiché studiare il cervello risulta complicato, proprio laddove esiste lo scarto gli studiosi riescono ad individuare un focus su cui lavorare.
Il percorso del libro risulta particolarmente intrigante perché parlare di anomalie del cervello ci catapulta inesorabilmente nella parte sbagliata dell’umanità, quella che ha qualcosa che non va e sviluppa debolezze disarmanti. Sappiamo bene però che la perfezione attira solo i ragionieri della morale precostituita, tutte le persone con un pizzico di caos in sé guardano alle particolarità con attenzione. In fondo siamo definiti da chi emarginiamo.
L’autore non dimentica mai il lato clinico dell’esposizione, perché le anomalie di cui discute portano a configurare le persone come bisognose di cure per tamponare, quando non risolvibili, i problemi causati dal funzionamento compromesso del cervello. Perché ciò che all’esterno affascina ed è utile per lo studio, all’interno può provocare sofferenza.
Gli argomenti toccati sono tanti, forse vale la pena riportarli: autismo, depressione e disturbo bipolare, schizofrenia, demenza, Parkinson e malattia di Huntington, ansia, stress post-traumatico, dipendenze, identità di genere.
Interrogarsi su di noi approcciando le debolezze
Kandel si rivela un autore davvero molto chiaro, quindi la lettura del libro non è complicata, fermo restando che si parla di argomenti difficili, quindi richiede attenzione. Non starò qui a riassumere i vari capitoli che affrontano uno o più disturbi correlati. Provo ad esplicitare alcune riflessioni che ha mosso questo libro, sempre poca cosa essendo partorite dalla mia mente atrofizzata.
L’autore riporta l’importanza biologica e genetica per i disturbi in questione. I fattori ambientali hanno il loro ruolo, soprattutto, in alcuni casi, innescano meccanismi latenti nel cervello. Questo porta ad una doppia riflessione. In primo luogo, l’ambiente non può essere ignorato, chi ci circonda è in grado di determinare l’accensione o meno dell’interruttore di alcune patologie. Se siamo un minimo empatici questo ci porta a prestare più attenzione al prossimo, senza dover sfociare in una responsabilizzazione eccessiva, ma ci obbliga a non dimenticare il nostro ruolo sociale.
In secondo luogo, la biologia arriva ben oltre ad una mal calcolata forza di volontà. I disturbi cerebrali sono oggettivi, cioè vengono riscontrati problemi all’interno dell’organo cervello, quindi quando si getta la croce addosso alla debolezza caratteriale di qualcuno, dimentichiamo che, se affetto da patologia, quel qualcuno non è in grado di uscire dalla spirale grazie ad una forza di volontà compromessa. Alcune patologie minano proprio la capacità di effettuare le scelte, inutile moralizzare dall’alto del normale funzionamento del nostro cervello. Il nostro pregiudizio tende a vedere errori morali dove si annida impossibilità di reazione, lo stigma sociale vede perdenti dove si nascondono alterazioni debilitanti.
Un argomento toccato solo di striscio, non essendo centrale nella trattazione, riguarda le conseguenze giuridiche che comporta la presa di coscienza che patologie, come la schizofrenia, conducono ad atti violenti che non possono essere riconosciuti come tali da chi li effettua. Le patologie che alterano il meccanismo di scelta sono neurologiche, quindi le azioni che ne derivano sono frutto di alterazioni biologiche e non di aberrazioni dell’anima. Come dovremmo comportarci? Da un lato bisogna ammettere che il mantenimento di un certo ordine sociale è indispensabile per la convivenza, dall’altro però come possiamo imputare colpe a chi non ha idea delle conseguenze delle proprie azioni? Forse la gogna possiamo riporla nel cassetto.
Un ultimo tema che voglio toccare è la differenza sottolineata tra sesso e identità di genere (l’autore specifica che non si tratta di patologie ma di un argomento che dice molto su di noi). Con buona pace dei soliti moralisti da strapazzo, gli studi hanno messo in luce come sesso e identità di genere si sviluppano in due momenti differenti nel feto. Questo significa che alcuni meccanismi alterati possono portare ad una discrepanza tra le due cose. Ancora una volta lo stigma non ha nessuna ragione d’essere, chi sente di avere un’identità di genere diversa dal sesso ha basi biologiche che lo indirizzano. Sia ben chiaro che se fosse una scelta non ci sarebbe comunque nulla di male, il fatto che non sia una scelta ma un’esigenza biologica mette una pietra tombale su qualsiasi discussione pretestuosa.
Questa variabilità è possibile perché il nostro sesso e la nostra identità di genere sono determinati separatamente, in momenti diversi nel corso dello sviluppo.
Si tratta di un libro davvero ricco di spunti, ne ho scritti solo alcuni e in modo troppo stringato per questioni di spazio, consiglio vivamente la lettura di un testo chiaro e in grado di smuovere il pensiero. Soprattutto perché capace di guardare in faccia la complessità dell’essere umano, senza ridurre o semplificare alla ricerca di risposte immediate.
Eric R. Kandel- La mente alterata. Cosa dicono di noi le anomalie del cervello – Raffaello Cortina Editore
Traduzione: Gianbruno Guerrerio
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