Il tempo e l’acqua
Il tempo e l’acqua di Andri Snær Magnason
Per capire questo libro probabilmente basterebbe fermarsi alla dedica con cui si apre:
Questo libro è dedicato ai miei figli, ai miei nipoti e ai miei pronipoti.
Una dedica al futuro si potrebbe definire, declinata in forma famigliare. Il tema affrontato è di certo il futuro, anche se per parlane ci si sposta tra passato e presente. Lettura del presente diciamo. Rispetto a cosa? Rispetto ai cambiamenti climatici, ovvero quel tema che sentiamo riproporre ai quattro venti da quella ragazzina svedese che ha travolto con il suo insano entusiasmo mezzo mondo.
Un tema forte, lo percepiamo tutti in modo immediato o quasi, ma è difficile capire come Andri Snær Magnason, un poeta, un attivista politico su temi ambientali, sia riuscito a cucire questo libro senza immergersi nella lettura del libro. Io stesso, dopo aver visto un’intervista all’autore proposta da Iperborea per lanciare il libro e averne letto delle critiche, non sapevo assolutamente che mi sarei trovato di fronte ad un’opera così particolare come quella che ora ho fra le mani.
Andri Snær Magnason non parla in modo vagamente poetico del cambiamento climatico, ma ci conduce a capire quanto questo fenomeno, già ampiamente avviato e irreversibile, stia toccando quotidianamente la nostra vita.
Certo, l’opera è frutto di un uomo che è in Islanda, paese che per tradizione vive sulla schiena della terra, in un rapporto simbiotico che ne disegna la bellezza e la durezza. Ma c’è un altro elemento legato alla nascita di Andri Snær Magnason e l’autore lo racconta molto bene nel libro: in Islanda lo scioglimento dei ghiacciai si tocca con mano, si racconta, si vedono scomparire dei ricordi insieme al ghiaccio.
Tutto questo substrato si trasforma nella possibilità di proporre un complesso carteggio di numeri e dati in un linguaggio semplice e caldo, che ci racconta come i cambiamenti climatici tocchino davvero e con effetto immediato la nostra vita.
Per questo troviamo parte del libro incentrato su racconti tratti dalla memoria famigliare, inseriti in una più ampia prospettiva di orizzonte universale. Perché la storia della terra è la nostra storia e il suo ferimento è il nostro ferimento, della nostra storia.
La terra è la casa della nostra famiglia
Tornando però all’inizio del libro a mio avviso Andri Snær Magnason compie un’altra grande operazione linguistica, quella di tradurre la crisi climatica in esempi tratti da altre crisi (l’esempio è il fallimento delle banche nel 2008), mostrandoci come il cambiamento di prospettiva sull’evolversi di una situazione richiede anche una capacità di elasticità mentale tale da poter capire che le cose cambiano, anche in itinere.
Sembra una grande banalità detta così, ma Magnason avverte che le capacità evolutive, quindi di sopravvivenza del singolo e della specie, sono sempre legate alla capacità di adattarsi alle situazioni nuove leggendo il percorso delle situazioni intorno a noi mentre siamo nel cambiamento. Per questa ragione abbisognammo di parole e concetti nuovi in grado di cogliere il cambiamento.
I cambiamenti che abbiamo davanti sono molto più grandi di quelli cui la nostra mente è abituata, più impegnativi di qualsiasi nostra esperienza precedente, più complessi del nostro linguaggio e delle metafore che utilizziamo per orientarci nella realtà.
Proprio in questo ribaltamento di prospettiva sta la grandissima qualità di questo libro: il cambiamento è il nostro cambiamento, siamo noi dentro il cambiamento. Per raccontarcelo, oltre che spiegarcelo, Andri Snær Magnason ci porta nella sua isola e ci racconta della sua famiglia. Se volete, leggeteci questa metafora: la terra è la casa della nostra famiglia, la nostra famiglia si chiama umanità.
Andri Snær Magnason – Il tempo e l’acqua
Traduzione: Silvia Cosimini
Il tempo e l’acqua su La Feltrinelli
Il tempo e l’acqua su Mondadori
Il tempo e l’acqua su Libraccio