Come-pensano-le-foreste.-Antropologia-oltre-l'umano---Eduardo-Kohn

Come pensano le foreste. Antropologia oltre l’umano – Eduardo Kohn

Come pensano le foreste. Antropologia oltre l’umano è un’indagine-racconto che Eduardo Kohn ha raccolto in anni di visite ed esperienze insieme alla popolazione Runa, ovvero la comunità primitiva che da secoli abita nell’amazzonia ecuadoriana in stretta relazione con i violenti predatori e con il loro habitat naturale.

Come pensano le foreste. Antropologia oltre l’umano di Eduardo Kohn

Dormi a faccia in su! Se arriva un giaguaro, vedrà che anche tu puoi guardarlo negli occhi e non ti disturbare… Se dormi a faccia in su penserà che sei preda e ti attaccherà.

Questa è la frase con cui un cacciatore Runa introduce Eduardo Kohn all’ecologia della foresta, un mondo in cui tutti guardano tutti e tutti sono guardati. Ma questo è solo il punto di partenza dell’indagine-racconto che Eduardo Kohn ha raccolto in anni di visite ed esperienze insieme alla popolazione Runa, ovvero la comunità primitiva che da secoli abita nell’amazzonia ecuadoriana in stretta relazione con i violenti predatori e con il loro habitat naturale.

La ricerca-incontro che Kohn ha condotto per anni in questa parte del mondo, ancora sconosciuta e abbastanza vergine dal punto di vista culturale, gli ha permesso di poter affinare un metodo di indagine antropologica innovativo. Sarebbe sbagliato definire questo testo solo un volume di indagine, Kohn fa di più: propone una nuova frontiera dell’antropologia che ponga il punto di osservazione oltre l’uomo, non solo fuori dall’uomo.

How forest Think: Toward An Anthtopology Beyond the Human, titolo originale dell’opera pubblicata nel 2013 dall’Università della California, è un prezioso manuale che si inerpica fra due livelli: quello teorico, in cui troviamo un’interessante ricostruzione dell’evoluzione dell’antropologia occidentale, e quello empirico, in cui il confronto con un mondo apparentemente lontano fornisce alla riflessione filosofica una ventata di novità.

Kohn racconta, da profondo conoscitore dell’antropologia occidentale, come da sempre questa materia di indagine si sia nutrita del confronto fra l’uomo e l’altro uomo, quello che ha sviluppato usi, giudizi, abitudini, diverse dalle nostre, stando però attento all’utilizzo della parola cultura, quando troppo frettoloso rischia di tagliare molti particolari che arrivano dall’osservazione.

È infatti dall’analisi interna, tipica della filosofia e del suo ragionamento autogovernato dalla materia stessa, al passaggio antropologico, quello di confronto fra uomini, che nasce lo spunto per la riflessione seducente che sta alla base di questo volume. Cosa succederebbe se per pensare l’uomo andassimo oltre l’uomo? Uscissimo dal suo mondo di significato e pensiero e provassimo a capire quanto dell’uomo arriva da fuori? Cosa hanno in comune tutti gli esseri che vivono in un ambiente e che ne condividono le risorse, il territorio?

Attenzione a non confondere la parola ecologia, qui la parola non ha il senso attuale che spesso assume nei mass media, siamo al centro del suo significato, cioè quello della relazione che i diversi esseri viventi intessono fra loro e che rendono “vivo” un determinato angolo del mondo.

Come pensano le foreste

Riconoscere il puma

I racconti che Kohn fa delle sue esperienze sono tesi a dimostrare come una vita primitiva da un punto di vista tecnologico, per cui alla base vi è un’immagine della natura stereotipata e semplificata per ovvia convenienza, possa illustrare al meglio come l’uomo ha costruito il proprio linguaggio, la propria vita esperienziale su simboli e significati condivisi con altri esseri viventi, tra cui gli animali ma anche le piante e addirittura il territorio.

I primi capitoli di questo volume, di certo i più intensi e più eccitanti, rimbalzano continuamente tra definizioni filosofiche e aneddoti esplicativi che rimandano esattamente al concetto per cui la realtà a cui partecipiamo è costantemente un’interpretazione di significati a cui decidiamo di dare fiducia. Tale considerazione prende vita dalla riflessione di Pierce su gli elementi che noi possiamo percepire come realtà, fra cui, secondo Kohn, spicca la capacità di capire che “i generali sono reali” ovvero che noi posassimo costruire una sufficiente fiducia nella realtà proprio in quanto generalizzata. Una riflessione seducente accompagnata da un aneddoto personale di Kohn legato ad un attacco di panico davvero interessante.

L’altra grande riflessione, che si sviluppa proprio nei primi capitoli e che poi è il vero centro di questa opera, è la capacità di riconoscere gli altri se, cioè che tutti gli abitanti della foresta sono dei se viventi. Da un lato per i Runa è una necessità vitale, non immaginare il pensiero dei Puma vorrebbe dire essere esclusivamente prede e mai predatori o addirittura complici, come quando seguendone le tracce si possono godere i frutti della loro caccia; dall’altro per noi la loro esperienza è portatrice di spunti di riflessione molto interessanti. Per inciso la questione del rapporto Puma e Runa è molto complessa nel volume e non possiamo che accennarla in queste poche righe, ma vale da sola l’acquisto del volume.

Kohn affronta anche il mondo dell’oltre vita, tema che apparentemente potrebbe sembrare esclusivamente metafisico ma che invece il professore canadese affronta in modo squisitamente antropologico.

Bisogna dare merito a Nottetempo di aver fatto una grande scelta e in grandissimo lavoro per aver reso accessibile al pubblico italiano questo libro fondamentale per chi voglia nutrirsi di pensiero antropologico contemporaneo, perché purtroppo in Italia il lavoro di Kohn è ancora relegato soltanto agli addetti ai lavori e, soprattutto, in lingua esclusivamente inglese. Una nota di merito di infine anche Alessandro Lucera e Alessandro Palmieri, i due traduttori che hanno saputo rendere perfettamente sia l’ambiente filosofico, sia l’ambiente empirico in cui si muove il libro.

Eduardo Kohn – Come pensano le foreste. Antropologia oltre l’umano – Nottetempo
Traduzione: Alessandro Lucera, Alessandro Palmieri

Voto - 95%

95%

User Rating: Be the first one !

Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.