Come dividere una pesca di Noor Naga é un libro sorprendente e divertente, capace di accattivare e trasportare altrove il lettore, aprendo una interessante pagina di storia contemporanea con leggerezza e passione.
Come dividere una pesca di Noor Naga
Se gareggi per perdere, cosa vinci se vinci?
Che si possa trovare l’essenza per negazione è una vecchia idea che tanto accattivò i filosofi greci, che si usino più metodi tutti insieme è invece l’idea della scrittrice canadese-egiziana Noor Naga che delle stranezze culturali ha fatto un suo personale stile di raccontare la realtà. Col suo primo libro, pubblicato in Italia da Feltrinelli sulla scia del grande successo internazionale, il pubblico del nostro paese ha potuto scoprire Come dividere una pesca, frutto di una scrittrice originale e moderna che con la penna è in grado di creare mondi sognanti e iperreali.
Tutto inizia quando una scrittrice americana, laureata alla Columbia, decide di partire per Il Cairo alla ricerca delle proprie origini, più con curiosità che con intento speculativo. Capelli rasati, atteggiamento positivo, si ritrova velocemente in una megalopoli formicolante e oscura. Lei gira con la sua macchina fotografica e sarà proprio questa passione a catapultarla al centro della vita egiziana del momento. Infatti incontrerà un giovane fotografo di Shubra Khit ammaliante e misterioso che la porterà dritta dritta al cuore pulsante del Cairo.
I due si incontrano in una stagione che per l’Egitto è segnata dall’incertezza per il futuro, sei anni dopo la rivoluzione del 2011 che non è riuscita a portare il rinnovamento tanto sperato.
La ragazza, figlia di egiziani benestanti emigrati negli Stati Uniti, è in cerca delle sue “radici”, come dice la madre in tono sprezzante, virgolettando la parola con le dita. Testa rasata, abiti mai abbastanza castigati, se ne va in giro per Il Cairo senza velo, attirando la curiosità e spesso la riprovazione della gente. Il ragazzo, tanto povero quanto orgoglioso, ha documentato la rivoluzione con la macchina fotografica da cui non si separa mai e quando tutto è crollato, quando gli stranieri se ne sono andati abbandonando il paese al suo destino, è precipitato in una spirale di apatia che lo avvolge tuttora, complice l’abuso di sostanze.
Sogni bagnati da un fiume lisergico
Dentro alla rinuncia alla rivoluzione ci sono tanti temi che spuntano come rivoli, per esempio quello della droga, eredità lasciata dagli stranieri che si è instaurata nella vita degli egiziani delusi dal mancato cambiamento.
Noor Naga indugia nel racconto di come le sostanze influiscano sulla vita degli egiziani e sulle loro abitudini, disegnano mondi lisergici che colpiscono per il loro esotismo. In alcuni tratti si respira l’aria di Paul Bowles, la stessa sensazione di perdita che infatti veniva ambientata in Africa. La droga è, insieme ai social network, un lascito della dipartita degli stranieri dal Cairo.
È molto interessante infatti notare l’analisi del potere dei social network, in primis Twitter fino ad arrivare a Whatsapp. Se la scoperta della potenza di Twitter è avvenuta per caso ed ha effettivamente sconvolto la situazione interna egiziana (poi prontamente richiusasi su sé stessa), anche la creazione di contenuti è avvenuta in modo totalmente originale rispetto ad ogni sviluppo possibile occidentale, creando anche un modo di comunicare differente che rimarrà appunto un caso isolato.
Poi naturalmente c’è l’amore, il tema più grande di questo pregevole libro. Come possono incontrarsi il maschilismo-macismo del ragazzo egiziano con le velleità democratiche della protagonista? Dove avviene la comunicazione?
Queste sono le pagine che colpiscono di più per la chiarezza e la semplicità, dove la scrittrice descrive le donne viste dal ragazzo come ponti per poter arrivare a qualcos’altro, allo stesso tempo il suo corpo virile è vissuto come uno strumento di lavoro. Le analisi del ragazzo egiziano non possono che essere prioritariamente economiche, come quando si ritrova nella casa di lei in affitto in un palazzo chic de Il Cairo o come quando guarda il pietismo con cui la ragazza fa elemosina ai bambini di strada.
Noor Naga è capace di farci fare sogni bagnati da uno strano fiume lisergico e di portarci nel cuore di una metropoli brutale e caotica, tessendo però una costruzione ardita che sfida la forma-romanzo fino a una risoluzione inaspettata.
Infatti, se già sorprende la forma delle prima parte del romanzo in cui domande filosofiche aprono i diversi capitoli, ancor più sorprende la terza parte in cui invece la scrittrice mette in scena una vera e propria analisi del metaromanzo, discutendo il suo lavoro stesso svolto fino ad allora nelle pagine del libro. Una sperimentazione che però nulla toglie alla potenza e alla bellezza della storia intessuta, anzi ne rafforza alcuni punti perché allarga costantemente il discorso ad altri rimandi generali.
Come dividere una pesca é un libro sorprendente e divertente, capace di accattivare e trasportare altrove il lettore, aprendo una interessante pagina di storia contemporanea con leggerezza e passione.
Noor Naga – Come dividere una pesca – Feltrinelli
Traduzione: Francesca Pè