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Vanessa Marzullo, Nicolai Lilin e la responsabilità di un seguito

Tutti oramai sanno chi è Vanessa Marzullo, la giovine italiana che, con l’amica Greta Ramelli è stata presa in ostaggio in Siria e liberata poco tempo fa. Su di lei e su di loro…

… si è scatenata una fenomenale tempesta mediatica che col tempo ha, complice la rete, assunto proporzioni mostruose. Si è passati dal “non dovevano partire, stupidine” al più incisivo “no cioè, fatemi capì, noi paghiamo il riscatto per due zoccole che si fanno trombare dai terroristi?“. Posto che nessun riscatto è stato pagato e che, personalmente, ritengo ignobile la bile che si è riversata su due semplici ragazzine, oltretutto tra le poche rimaste a credere in qualche cosa (sbagliata o giusta che sia), quest’oggi sono rimasto parecchio colpito da una polemica innescata da un post su facebook dello scrittore Nicolai Lilin. In pratica, il buon Nicolai ha postato sulla sua pagina un evidentissimo fake con annesso slogan inquisitore, in cui viene ritratta una soldatessa che imbraccia un gran bel fucilone e spacciata per la Marzullo (la foto completa è qui in basso, mi faceva un po’ schifo metterla in copertina). Lilin, a corredo dello scatto chiede ai suoi likers (ben 90.000) di fornirgli informazioni in merito, perché a suo dire non è molto ferrato sulla faccenda. Ovviamente, complice l’enorme seguito dello scrittore su facebook, il post ha scatenato i peggio istinti dell’utente medio e, di risposta, le seguenti critiche di una buona parte dell’informazione. Francamente non so cosa pensare, conosco poco Nicolai Lilin, anche se il suo Educazione Siberiana mi è piaciuto un sacco. Le poche volte che l’ho sentito parlare non ha mai detto cazzate sesquipedali (anzi, al contrario) e, soprattutto, ho sempre considerato la sua schiettezza transnistriana un valore positivo. Per questo motivo, quel post, non mi dà l’idea di essere l’errore – come si è giustificato lui – di uno che non conosce i fatti, ma piuttosto la scelta ponderata (e anche un po’ stronza) di uno che la sa lunga in fatto di social marketing (quanto tirano le cazzate su facebook…). Che dire, ognuno è libero di farsi la propria idea. In ogni caso, quello che rimane è che a distanza di giorni dalla liberazione, ma soprattutto dopo gli insulti web piovuti da tutta Italia e culminati con le carinerie twitter del sempre fine e centrato Maurizio Gasparri, quel post ha contribuito a riversare l’ennesima palata di merda su di una ragazza di soli 16 anni. Francamente non se ne sentiva il bisogno.

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