L’erbaccia di Quentin Blake pare sussurrarci all’orecchio di lasciarci guidare dalla spontaneità della Natura e con rispetto ci invita a guardarla da vicino nonché a prendercene cura perché in essa potremmo trovare ristoro di corpo ed anima.
L’erbaccia di Quentin Blake

È Sara Saorin, per la casa editrice Camelozampa, a regalarci la traduzione di L’erbaccia, libro a figure scritto e illustrato dal britannico Quentin Blake, nientepopodimeno che l’illustratore dei libri di Roald Dahl e, in Italia, di quasi tutta la produzione di Bianca Pitzorno.
La famiglia Dolciprati (Signor e signora Dolciprati, Marco, Lily e Octavia, il loro merlo indiano) è l’indiscussa protagonista di quest’attuale “narrazione green”, che predica bene senza mai predicare, e l’epicentro di questa storia è una profonda spaccatura nella terra entro la quale l’allegra banda si ritrova, senza sapere come, sul fondo.
«E adesso che facciamo?» chiese la signora Dolciprati.
I merli indiani parlano, già, e per fortuna perché sarà proprio Octavia ad aiutarli, non senza prima aver zirlato indietro la propria libertà: il tempo di un giro pagina è così sufficiente a ribaltare le consuetudini di sempre così che in gabbia, ora, non ci sta più l’uccello addomesticato ma la famiglia di addomesticatori.
Vola in alto e torna indietro tenendo nel becco qualcosa.
«Era un seme».


Che presto diventa un’erbaccia, o meglio, così sembrava alla famiglia Dolciprati se non fosse che inizia a crescere e diventare più grande, ancora più grande, sempre più grande… più imponente di qualsiasi erbaccia mai vista.
Octavia prese così ad incalzarli “salite per di qui”, “assaggiate per di là” evitando che rimanessero imbambolati, senza domande né risposte, davanti a questo accadere che si rivela poi essere la loro salvezza verde.
Octavia non parla più, si limita a fischiettare nell’ultima tavola una dedica: Per Greenpeace e i suoi sostenitori.
Q. Blake pare sussurrarci all’orecchio di lasciarci guidare dalla spontaneità della Natura e con rispetto ci invita a guardarla da vicino nonché a prendercene cura perché in essa potremmo trovare ristoro di corpo ed anima.
Spunti didattici
L’erbaccia è un libro a figure che può essere utilizzato sia alla scuola dell’infanzia che alla primaria come primo spunto di riflessione sulla funzione della Natura rispetto all’uomo e ai suoi interventi. La natura di Emma Adbåge (qui la recensione) può ritenersi complementare a questa lettura ed essere esplorato come suggestione altra per indagare l’attuale e dibattuto tema del cambiamento climatico.
Lo consigliamo a… chi toglie le erbacce prima ancora che siano cresciute, a chi ama rotolarsi in Dolciprati, ai domatori di siepi e agli ammaestratori, a mia madre che ha strappato quel filo d’erba che stavo lasciando crescere, insieme ai ciclamini di Esselunga, pensando di farmi una cortesia.
Quentin Blake – L’erbaccia – Camelozampa
Traduzione: Sara Saorin