Giovedì scorso è stata presentata la nuova edizione di Ricette Scottanti per lingue Roventi, un delizioso volumetto dove lo schema classico della ricetta culinaria viene utilizzato per raccontare stereotipi di varia umanità. Dateci retta, se volete fare i fighi, lasciate perdere lo scalogno e per Natale, ma anche per dopo, regalate questo. Ecco dove trovarlo
La spettacolarizzazione della cucina, se da un lato ha contribuito a rendere più consapevoli gli italiani circa l’importanza degli ingredienti e di una buona preparazione (mica lo dico io, lo dice Luca Sacchi sous chef di Cracco), dall’altro ha non poco trasfigurato l’atto stesso del cucinare, togliendogli la funzione principale di nutrimento fisico e espressione dell’anima in favore di una più vuota rappresentazione televisiva.
Vabbè, direi che per oggi posso anche smetterla con il pontificare. A caso per di più.
Torno nel mio parlandovi di un bel volume, Ricette Scottanti per Lingue Roventi, che utilizza proprio la cucina, o meglio, la struttura tipica del ricettario per disegnare alcuni tipi umani in cui chiunque di noi può, almeno in parte, rispecchiarsi. Presentato in prima edizione nel 2013, il libro torna rinnovato nei testi e nelle illustrazioni. Le autrici, Livia Bonetti (testi) e Anna Resmini (illustrazioni), hanno fatto un gran bel lavoro che fa prima sorridere e poi fa pensare. I sentimenti umani si mischiano agli ingredienti reali e formano un’amalgama in cui il piatto rispecchia l’anima del suo cuoco e viceversa, riportandoci un divertente spaccato di umanità, ma anche un’incursione intelligente in quella che è la tradizione culinaria e il suo significato sociale più profondo.
Al momento il libro si può acquistare qui:
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