Emanuel Carrère - Propizio è avere ove recarsi

Emmanuel Carrère – Propizio è avere ove recarsi (Opere di Emmanuel Carrère)

Questo weekend non prendete impegni, passate da una libreria e comprate Propizio è avere ove recarsi raccolta di saggi, articoli e sceneggiature mai realizzate di Emmanuel Carrère. Fatelo per regalarvi due giorni in compagnia di un viaggiatore colto del nostro tempo che vi snocciolerà la contemporaneità in un vortice caleidoscopico che parte da Parigi e arriva a Vladivostok, passando per la Romania e San Francisco.

Viaggiatore dell’esistenza

E con queste righe ci siamo tolti il pensiero di fare informazione su un libro uscito ieri in Italia. Venendo alla rubrica che ho il piacere di tenere per EsteticaMente cosa posso dirvi? Consigliare un libro di Emmanuel Carrère e quanto di più scontato vi sia, per cui risolta la questione dicendovi che dovete farlo per voi, per essere dentro al mondo che state attraversando, vi racconterò perché io amo questo autore e perché credo sia un faro dei nostri tempi.
Premesso che Propizio è avere ove recarsi è una raccolta di testi collezionati tra gli anni novanta ed oggi mentre Emmanuel Carrère scriveva romanzi, viaggiava e viveva, leggere questo libro potrebbe servirci a scoprire la cosa che trovo più formidabile di questo autore: l’atteggiamento del viaggiatore dell’esistenza. Mi spiego.
In Propizio è avere ove recarsi, troviamo un uomo curioso della vita, delle possibilità che essa può riservare, della ricerca del proprio posto nel mondo.

Progetto per un film russo

A colpire per esempio di Progetto per un film russo, ovvero la sinossi di un film mai girato sulla vita in russia dopo la caduta del comunismo, oltre alla narrazione e ai personaggi disegnati è l’atteggiamento di Carrère. L’autore di Limonov analizza, con grande ironia la propria condizione di buon borghese francese con seconda casa in campagna paragonandola alla vita spregiudicata e pragmatica delle studentesse russe che si prostituiscono per migliorare la propria vita rispetto a quella dei genitori, contadini poverissimi spiazzati dall’arrivo del comunismo.
Se per Emmanuel Carrère la sua vita è in qualche modo un continuum delle sue origini famigliari e sociali da cui tutto sommato lui si è scostato poco, la cosa che lo attrae come scrittore e come uomo sono le storie di questo popolo che ha subito tre rivoluzioni in cento anni e che ha reinventato la propria antropologia. Della nuova antropologia russa diversi libri hanno raccontato, con grande precisione e osservazione (da Shishkin  a Sorokin tanto per citare qualcuno), ma in Carrère c’è lo sguardo di chi vede anche la decandenza come una possibilità esistenziale, l’attrazione verso il vortice descritta come volontà di caduta.

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Emmanuel Carrère grande narratore di fatti reali

I giudizi morali stanno a zero, non c’è commento giornalistico, a raccontare ci sono gli occhi di un uomo che è assetato di vita e di vite. Ma ancora cosa rende speciale i racconti di Emmanuel Carrère? La sua capacità di giocare coi livelli di realtà e confondere rimandi e segnali in un’unica narrazione avvincente.
Quando in La Romania nella primavera del 1990 l’autore francese racconta l’estraneità di un popolo a sè stesso, citando “il perturbante” freudiano e “L’invasione degli ultracorpi” siamo di fronte ad un uomo spalmato sul suo tempo che ci racconta il mondo con l’entusiasmo con cui un bambino ci racconterebbe la scoperta del mare. Le parole e le citazioni diventano semplici strumenti per cercare di farsi capire, per cercare di comunicare senza alcun bisogno di informare o dare insegnamenti.
Quello che si apprezza nei grandi narratori di fatti realmente accaduti è la loro capacità di di raccontare il reale superando il reale stesso, come direbbe Picasso “non sono surrealista, sono iper-realista”. In Carrère apprezziamo i suoi occhi, la capacità di disvelarci la realtà attraverso una visione personale e che non può prescindere dalla formazione dell’autore.

Propizio è avere ove recarsi come biografia intellettuale

E da dove arriva Carrère è lui stesso a dircelo. Si scopre infatti leggendo dall’alto questo libro che siamo di fronte ad una biografia intellettuale da cui deriva il cono con cui l’autore guarda il mondo. In questo senso quando Emmanuel Carrère parla di Dick o Turing ci troviamo di fronte ad una doppia  narrazione, in cui l’autore si rivela e ci consegna le chiavi di comprensione profonda dei suoi scritti.
La lettura di questo libro è un magnifico viaggio che, se avrete voglia di fare, sicuramente vi riporterà ad altri libri di Emmanuel Carrère. Quindi mettevi comodi e preparatevi ad incontrare un nuovo straordinario compagno di viaggio.

Emanuel Carrère, Propizio è avere ove recarsi (Opere di Emmanuel Carrère), Adelphi

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Su Andrea Labanca

Andrea Labanca cantautore, laureato in filosofia e performer, ha scritto tre album impregnati di letteratura. "I Pesci ci osservano" disco della settimana di Fahrenheit Rai RadioTre e "Carrozzeria Lacan" ospitato a Sanremo dal Premio Tenco. Ha collaborato con diversi scrittori (tra cui Aldo Nove e Livia Grossi) e ha lavorato come attore per Tino Seghal. Quest’anno è uscito il suo terzo album, “Per non tornare”, racconto noir-poetico in chiave elettro-vintage.

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