La prima gara stagionale in Qatar ha restituito una MotoGP corroborata dal ritorno alla competitività delle Ducati, dalla conferma che i 36 sono i nuovi 20 anni e che, anche un narcolettico come me, se le gare sono così, riesce a restare sveglio fino alla fine e senza far uso di anfetamine
Mentre attendevo il via della prima gara della stagione a Losail mi chiedevo come avrei potuto iniziare il pezzo inaugurale di questa rubrica. Gli astri, a quanto pare, hanno deciso per me disegnando una gara di quelle rare nella MotoGP attuale, con 4 piloti a tirarsi mazzate per tutto il tempo e contenuti tecnici densi, in grado di essere spunto per analisi raffinatissime con cui, a motori spenti, riempire pagine e pagine di giornali. Purtroppo però, questa rubrica non prevede serietà e, visto che a scriverla sono io, men che meno contenuti tecnici. Quindi ecco una bella pagellona roboante ma soprattutto supponente, per di più senza motivo.
Valentino Rossi 10 – Nonostante un buon warm-up, non era dato per favorito e la partenza sbagliata faceva presagire una gara in salita. Poi, il capolavoro. È un po’ come se alla fine di una serata senza pretese, rimorchi l’ultimo essere disponibile con sembianze umanoidi e scopri che si tratta della reincarnazione maiala di Linda Lovelace. Vecchio un par de palle. Mito.
Andrea Dovizioso 9,5 – Meda ci ripete per metà gara che lui e Rossi si amano poco, ma se solo si conoscessero un po’ di più sarebbero grandi amici. Se queste sono le premesse per una grande amicizia, a Valencia la Desmosedici, oltre che con le alette, verrà kittata con il dispositivo bucagomme brevettato da Dick Dastardly in Wacky Race. Comunque, che bello vederlo lì davanti, e che bello vedergli provare quelle staccatone assurde alla fine del rettilineo di arrivo. Cazzutissimo.
Jorge Lorenzo 7 – A grandi tratti sembra poter fare la gara, poi però si ammoscia nel finale a causa, dice lui, di un problema al casco. Casco o non casco, il calo di Jorge va comunque capito, ha passato più di metà GP stretto tra Iannone e Dovizioso in versione tori da monta. Una situazione rilassante come quando, carponi sul lettino, osservi il tuo urologo infilarsi il guanto per l’esame alla prostata.
Andrea Iannone 8 – Primo podio in MotoGP e, nel complesso, una gara gagliarda e priva di timori reverenziali. Anche lui cala nel finale ma a differenza di Lorenzo la motivazione è ben diversa: se la tua prima volta è un foursome in mezzo a tre navi scuola, ci sta finire le cartucce un filo prima degli altri. Me lo immagino che nel casco urla: “Devo pensave a mia nonna, devo pensave a mia nonna… tvoppo tavdi.”
Marc Marquez 6 – Pasticcia all’inizio e poi non riesce a rimediare. La sensazione è che se non avesse sbagliato al primo giro perdendo millemila posizioni, forse uno spagnolo a podio ci sarebbe stato. Detto ciò, non gli riesce di bissare l’impresa di Estoril 2010, quando da 16° arrivò primo con una gara ai limiti dell’assurdo. Quello in Qatar è stato un sequel mal riuscito, un po’ come Matrix 2.
Dani Pedrosa s.v. – Ah, perché c’era anche Pedrosa? Sì c’era, e a quanto pare, porello, non sta affatto bene. Si parla di stop a tempo indefinito per cercare di curare la sindrome compartimentale che ormai da mesi lo condiziona. Buona guarigione!
Marco Melandri 10 – Per la pazienza, che non si sa quanto durerà. Oggi si è preso circa un minuto e cinquanta di distacco e il fatto positivo è che non è stato doppiato. Macio mi sembra come quel tale che tanti anni fa è stato il primo fidanzato di Scarlett Johannson e ora, sposato con un ippopotamo in gonnella, guarda con nostalgia la sua ex far girare la testa a tutto il globo terracqueo. Sì Macio, lo penso anch’io, al posto di Haslam su quella maledetta RSV4 in SBK, ci dovevi essere tu.
Guido Meda e Loris Capirossi 10 – A fine gara Guido ha la stessa voce che mi immagino possa avere dopo un paio d’ore di amplesso selvaggio. Ce lo vedo stravaccato affianco a Capirossi con la sigaretta in mano e il caraffone di zabaione. Loris, invece, squillantissimo, si sentiva che sperava in una vittoria Ducati e che avrebbe offerto il piede destro (quello del freno posteriore) per esserci lui al posto del Dovi. Insieme mi sono piaciuti, diversi ma complementari, come le facce di un ringo boys.